IL PRINCIPIO DI “STRICT LIABILITY”: UN’ARMA A DOPPIO TAGLIO NEL DOPING

1. INTRODUZIONE

Quello dello “Strict Liability” è sicuramente uno dei più importanti e stringenti principi del Codice WADA (link all’articolo sul Codice WADA 2021) nella lotta contro il doping.

Questo articolo esplorerà il concetto di Strict Liability nel contesto del doping, le ragioni della sua esistenza e le sue possibili implicazioni.

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2. STRICT LIABILITY: COS’È?

La WADA definisce Strict Liability come “la regola che stabilisce che, ai sensi dell’Articolo 2.1 e dell’Articolo 2.2, non è necessario che l’intenzione, la Colpa, la Negligenza o l’uso consapevole da parte dell’Atleta siano dimostrati dall’Organizzazione Antidoping per stabilire una violazione della regola antidoping”.

Questo significa, secondo Pisani (2013), che il principio di Strict Liability viene applicato quando un atleta viene riconosciuto colpevole di aver utilizzato una sostanza o un metodo proibito. La colpevolezza dell’atleta può essere determinata sia attraverso un campione di sangue o urina risultato positivo ad una sostanza proibita, che tramite altre prove che attestino l’uso di una sostanza o metodo proibito.

Ai sensi degli artt. 2.1 e 2.2 del Codice non è necessario che l’organizzazione sportiva dimostri l’intento, la colpa, la negligenza o l’uso consapevole da parte dell’atleta per stabilire una violazione delle regole antidoping (ADRV).

Tali norme stabiliscono che è dovere personale di ogni atleta assicurarsi che nessuna sostanza proibita entri nel proprio corpo.

Gli atleti sono quindi responsabili per qualsiasi sostanza proibita, metabolita o marcatore o trovati nei propri campioni. In caso di accusa ai sensi di uno o entrambi questi articoli, l’onere della prova spetta all’organizzazione sportiva, che deve dimostrare la presenza della sostanza nel campione dell’atleta o l’uso, o il tentato uso, di una sostanza o metodo proibito. La violazione deve essere provata alla soddisfazione confortevole” del Tribunale, tenendo conto della gravità dell’accusa (standard leggermente al di sopra della “balance of probabilities” ma al di sotto del “ragionevole dubbio”).

Il principio della Strict Liability implica che, una volta che l’organizzazione sportiva abbia adempiuto al proprio onere della prova per le violazioni degli articoli 2.1 e 2.2, l’atleta sia automaticamente dichiarato colpevole di una ADRV (eccetto il caso in cui l’uso di una sostanza non vietata out-of-competition, come esposto nel commento all’articolo 2.2.2 del Codice WADA, avvenga nel periodo out-of-competition). L’atleta non può evitare una dichiarazione di colpevolezza sostenendo di aver agito senza intenzione o negligenza.

Secondo Cisneros (2024) le opzioni per un atleta innocente accusato di una ADRV basata sulla Strict Liability sono piuttosto limitate.

Nonostante ciò, ci sono stati casi in cui le accuse sono state archiviate, in quanto:

  • i diritti dell’atleta relativi al campione B non sono stati rispettati;
  • è stato dimostrato, con un “balance of probabilities”, che la sostanza non era effettivamente proibita;
  • le organizzazioni anti-doping hanno commesso errori significativi rispetto alle regolamentazioni antidoping applicabili.

Si tratta tuttavia di casi alquanto rari.

Per di più, le versioni successive del Codice WADA hanno cercato di limitare ulteriormente le ipotesi di archiviazione.

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3.UTILITÀ DEL PRINCIPIO DI STRICT LIABILITY NELLA LOTTA CONTRO IL DOPING

Vediamo ora come il principio di Strict Liability è uno strumento fondamentale e potente nella lotta contro il doping.

Di seguito alcuni dei principali benefici:

  • garantisce l’equità competizione (gli atleti “puliti” sono protetti e possono competere sapendo che le regole sono applicate uniformemente a tutti i partecipanti);
  • agisce come un forte deterrente, facendo sì che tutti abbiano la certezza di essere ritenuti responsabili indipendentemente dell’intenzione o dalla negligenza, motivando agli atleti a evitare qualsiasi sostanza proibita per timore delle possibili sanzioni;
  • facilita il processo di accertamento delle violazioni antidoping in quanto, non essendo necessario dimostrare l’intenzione o la colpa, le indagini e le decisioni possono essere condotte più rapidamente ed efficacemente.

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4. CONSEGUENZE PER GLI ATLETI “INNOCENTI”

Nonostante i suoi vantaggi, l’applicazione del principio può avere anche delle conseguenze significative per gli atleti “innocenti”, intesi come quelli che non hanno mai avuto nessuna intenzione di assumere sostanze dopanti e che, per certe circostanze eccezionali, violino gli articoli anzidetti.

In caso di doping involontario (assunzione accidentale, integratori contaminati, prescrizioni mediche errate…) l’atleta può comunque incorrere in sanzioni gravi, determinando ingiustizie sostanziali (si consideri il caso Mariano Puerta vs ITF CAS) nel quale proprio il CAS, che ha fatto lunga applicazione di tale principio, ha riconosciuto che l’applicazione uniforme dello stesso può determinare gravi disparità di trattamento, soprattutto quando ci sono errori medici legittimi o atti maliziosi di terzi.

Nonostante l’assenza di colpa, intenzione o conoscenza da parte dell’atleta, il principio di Strict Liability non offre vie d’uscita in caso di ADRV (al di là delle possibili riduzioni che possono essere applicate, disciplinate nell’articolo 10), il che può avere un impatto drammatico sull’immagine pubblica e sulla carriera dell’atleta.

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5. CONCLUSIONI

Come abbiamo visto, il principio di Strict Liability è certamente efficace nella lotta contro il doping e nel garantire competizioni pulite, giuste ed eque, garantendo l’integrità dello sport. Tuttavia, la sua severità può a volte essere esagerata e colpire atleti innocenti che, senza colpa, sono risultati positivi a sostanze vietate.

A parere dello scrivente, nonostante le ingiustizie che possa talvolta causare, al momento, il principio di Strict Liability rimane uno strumento fondamentale per salvaguardare l’integrità delle competizioni. Tuttavia, condivido l’opinione di Thomas Cox (2014), che anche se riferita ad una versione precedente del Codice WADA, sostiene che “dovrebbe essere limitato a includere solo sostanze che migliorano le prestazioni ed espanso per consentire una maggiore flessibilità nelle sanzioni per gli atleti che hanno assunto inavvertitamente una sostanza vietata”.

Questa prospettiva bilanciata potrebbe migliorare ulteriormente il sistema anti-doping, garantendo non solo la giustizia e l’equità, ma anche la protezione degli atleti onesti che dedicano la loro vita allo sport pulito.

Milano, 22 maggio 2024

Dott. Iago Outeda Bos

6. RIFERIMENTI

  1. Cox, T. W. (2014). The international war against doping: Limiting the collateral damage from strict liability. Vanderbilt Journal of Transnational Law, 47(1), Article 5.
  2. Exner, J. (2020). Fixed sanction frameworks in the World Anti‑Doping Codes 2015 and 2021: Can hearing panels go below the limits in the pursuit of proportionate punishments? The International Sports Law Journal, 20, 126–144. https://doi.org/10.1007/s40318-020-00173-9
  3. Matore, B. R. (2022). The legitimacy of the system of strict liability and the treatment of inadvertent doping amongst athletes from a legal and human rights perspective (Unpublished master’s thesis). University of Pretoria.
  4. Du Pisani, A. (2013). A contractual perspective on the strict liability principle in the World Anti-Doping Code. De Jure 917-927.
  5. Cisneros, B. (2024, January 30). Strict liability. Jus Mundi, Wiki Notes. https://jusmundi.com/en/document/publication/en-strict-liability