1. INTRODUZIONE: IL TRISTE CASO DI DIEGO DE VIVO Lo scorso 26 marzo la comunità calcistica italiana è stata scossa da un tragico evento: la prematura scomparsa del giovane Diego De Vivo, attaccante quattordicenne della scuola calcio “Cantera” del quartiere napoletano di
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La sospensione dei campionati di calcio a seguito della morte di Papa Francesco offre un’occasione significativa per interrogarsi sul rapporto tra sport e religione e sul ruolo delle Federazioni Sportive nella gestione autonoma delle competizioni. Si tratta di un tema che coinvolge tanto i principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale quanto la normativa sportiva di settore, in particolare quella dettata dal CONI e dalla FIGC.
Negli ultimi anni il mercato delle operazioni societarie nel calcio ha subito modifiche sostanziali, che hanno portato le operazioni di M&A (fusioni, acquisizioni e cessioni) a diventare un elemento strategico società ed investitori.
In un contesto caratterizzato da una crescente globalizzazione e da evoluzioni economiche e sportive, queste operazioni non solo influenzano la gestione e il funzionamento interno delle società, ma incidono anche sull’equilibrio competitivo dei campionati.
Il diritto sindacale nello sport rappresenta un ambito di imprescindibile interesse per una piena comprensione dei contratti di lavoro tra atleta e società. La crescente professionalizzazione dello sport, unita alla brevità e all’incertezza delle carriere atletiche, hanno reso la contrattazione collettiva uno strumento indispensabile per mediare tra gli interessi economici dei club e i diritti dei lavoratori sportivi. Questo articolo si propone di approfondire lo studio della tematica in oggetto, analizzando il quadro normativo italiano di riferimento con un focus sulle peculiarità della contrattazione collettiva nel settore sportivo e sulle recenti riforme che l’hanno vista protagonista.
Il titolo sportivo è un concetto fondamentale nel mondo del calcio e, più in generale, nel contesto sportivo professionistico. Esso rappresenta il diritto di partecipare a un determinato campionato e la sua attribuzione è subordinata al rispetto di requisiti tecnici, sportivi e finanziari specifici, che devono essere verificati dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC).
L’agente sportivo è una figura professionale nata per gestire le trattative contrattuali tra atleti e società sportive. La sua regolamentazione ha subito diverse modifiche nel tempo, passando da un sistema poco strutturato ad uno (quantomeno nella forma) più rigido, con la creazione di un albo professionale e la conseguente richiesta di specifici requisiti per ottenere l’abilitazione.
Lo scorso 16 febbraio 2025 è andato in scena il match tra Juventus e Inter valevole per il 25° turno del Campionato di Serie A TIM, conclusosi con il risultato di 1 a 0 in favore dei padroni di casa.
Al fischio finale dell’arbitro, mentre si avviava verso il tunnel direzione spogliatoi, Lautaro Martinez, capitano della squadra meneghina, è stato ripreso dalle telecamere a bordo campo nell’atto di proferire una serie di espressioni blasfeme che, a giudicare dal labiale, lascerebbero poco spazio ad interpretazioni.
Lo sport rappresenta al giorno d’oggi un settore economico di primaria importanza, capace di generare entrate ingenti attraverso diverse fonti di reddito, tra cui diritti televisivi, biglietteria, merchandising e, in modo particolare, le sponsorizzazioni.
L’ordinamento sportivo italiano ha subito profonde modifiche con l’entrata in vigore del D.lgs. n. 36/2021, che ha ridefinito la figura del lavoratore sportivo, incidendo su aspetti contrattuali e previdenziali. Contestualmente, l’Accordo Collettivo tra Lega Nazionale Dilettanti (LND), Associazione Italiana Calciatori (AIC) e Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), insieme alle Norme Organizzative Interne della FIGC (NOIF), disciplinano a loro volta il rapporto di lavoro degli atleti dilettanti.
Il Divieto di Accesso alle Manifestazioni sportive (generalmente conosciuto e denominato con l’acronimo D.A.SPO.) è una misura di prevenzione atipica – la cui applicazione prescinde cioè da un accertamento giudiziale – prevista ed introdotta nel nostro ordinamento con la Legge n. 401 del 1989.
Il D.A.SPO. inibisce al soggetto ritenuto pericolosamente sociale di poter accedere nei luoghi in cui si svolgono determinate manifestazioni sportive.