NOVITA’ NEL MONDO DEL CALCIO

1. LA RIFORMA DEL SISTEMA CALCIO

Il 2024 sembra essere l’anno dei grandi cambiamenti, non solo per quanto concerne il calcio europeo ma anche per quello del Bel Paese.

Già dallo scorso anno si era cominciato a parlare con insistenza di un possibile cambiamento dei format dei campionati italiani professionistici, con l’obiettivo di individuare la strada migliore per raggiungere una stabilità economico-finanziaria e, al contempo, garantire l’attrattività delle competizioni.

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2. UN CAMPIONATO A 18 SQUADRE?

Una delle questioni maggiormente discusse dagli addetti ai lavori era quella relativa alla possibile riduzione delle squadre partecipanti al campionato di massima serie.

La proposta è stata discussa nel corso delle recenti Assemblee di Lega del 26 gennaio e del 12 febbraio 2024,  ma alla fine si è optato per il mantenimento di una Serie A a 20 squadre.

La ragione risiede fondamentalmente nel fatto che la maggior parte degli introiti del sistema calcio italiano arrivano proprio dalla Serie A; fare un passo indietro, specialmente in questo momento storico, avrebbe quindi potuto determinare importanti problemi di sostenibilità.

I rappresentanti delle c.d. “medio-piccole” hanno infatti sostenuto che ridurre il numero delle squadre partecipanti avrebbe finito con l’impoverire il valore del campionato di massima serie, con importanti ripercussioni (soprattutto) riguardo alla vendita dei diritti audiovisivi.

La posizione dei club di prima fascia era invece di segno opposto, sostenendo questi che la diminuzione del numero delle giornate di campionato avrebbe accresciuto il livello di competitività del campionato, con tutti i risvolti del caso anche in tema di vendita dei diritti audiovisivi. Probabilmente, alla base del proprio orientamento, questi ultimi potrebbero altresì aver considerato i benefici che avrebbero conseguito dalla rimodulazione del calendario di massima serie, stanti gli anni densi di appuntamenti che si prospettano da qui al futuro, tra i nuovi format di Champions ed Europa League (che comporteranno un incremento di 8 gare garantite alle partecipanti al girone unico) e l’ennesima riforma del Mondiale per Club 2025 (che coinvolgerà ben 32 squadre).

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3. LE ULTERIORI PROPOSTE

Tra le altre questioni discusse in seno all’Assemblea si annoverano:

  • la possibilità (a fronte di una Serie A a 18) di una Serie B e una Serie C a 20 squadre,  sempre in un’ottica di incremento dell’appeal delle tre competizioni;
  • la creazione di una sola Lega tra la Serie B e la Serie C, eventualmente attuabile (anche) attraverso il blocco del meccanismo di riammissioni e ripescaggi in Serie C (a mio modesto avviso, uno dei problemi maggiori del sistema), classico espediente per rimediare alle mancate iscrizioni di tanti club della terza serie (l’Italia è il paese che vanta il maggior numero di società professionistiche al mondo, con 100 club tra Serie A, B e C);
  • la reintroduzione della Serie C2 quale campionato semi-professionistico (si ricorda che la C2 manca all’appello dalla stagione 2013-2014, al termine della quale ci fu la riforma della Lega Pro 2014 che portò all’attuale Serie C composta da 3 gironi a 20 squadre);
  • l’introduzione di uno spareggio tra la terzultima di A e la terza di B;
  • la riapertura alle multiproprietà, che darebbero la possibilità di attivare “meccanismi virtuosi per la valorizzazione di giovani, con modalità finanziariamente più sostenibili rispetto all’attuale sistema di seconde squadre di Lega Pro“, e l’incentivazione alla creazione delle seconde squadre, da attuarsi attraverso l’abolizione dei costi di iscrizione aggiuntivi e una maggior flessibilità nei trasferimenti;
  • la possibile riforma della Coppa Italia in stile NBA, con i match di coppa inglobati all’interno delle giornate di campionato e l’introduzione di un “salary cap” analogo a quello del mondo sportivo americano.

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4. E PER QUANTO RIGUARDA I DIRITTI AUDIOVISIVI?

L’Assemblea ha approvato la pubblicazione per il giorno 26 gennaio dell’offerta al mercato, non esclusiva, dei diritti audiovisivi per il triennio 2024-2027.

L’offerta si compone di cinque pacchetti:

  • tre principali (uno per il satellite, uno per la piattaforma internet, uno global per tutte le piattaforme);
  • due complementari (“pubblici esercizi e goal live”) rivolti ai soggetti che hanno già acquistato uno dei primi tre pacchetti.

Il termine per la presentazione delle offerte è il 29 febbraio e, come sottolineava la nota dell’Assemblea, in ragione dei rilevanti dati di audience maturati negli ultimi campionati” i valori richiesti sono essenzialmente coincidenti con quelli del periodo 2021-2024.

Di contro, continua la nota, “si pensa invece ad una redistribuzione dei valori, conseguenza del livello distributivo raggiunto dalla piattaforma IP e del mutato posizionamento sul mercato da parte degli operatori”.

Occorre inoltre sottolineare la grande crescita del campionato di calcio di Serie B che, nel periodo compreso tra la stagione 2018-2019 e quella 2022/23, ha avuto un incremento di pubblico esponenziale, passando da 8,6 a 21,25 milioni di spettatori (comprendendo in questo calcolo anche playoff e playout), con una media di 552mila spettatori per giornata di campionato.

Se (in futuro) si dovesse passare a una Serie A con 18 squadre, quali potrebbero essere i possibili effetti sui broadcaster?

Ragionando nell’ottica di una partnership industriale tra la Lega e i suoi broadcaster, vanno considerati i seguenti aspetti:

  • un minor numero di partite trasmesse (38 complessivamente, una a giornata per tutto l’arco della stagione) produrrebbe l’effetto di ridurre per le emittenti i ricavi a livello pubblicitario;
  • verrebbe intaccata la base di abbonati alle pay-tv, considerando che la riforma non riguarderebbe solamente la Serie A, ma anche Serie B e Serie C.

In questo contesto, il discorso a livello di diritti internazionali sarebbe sicuramente differente, tenendo conto che ci sono mercati con contratti in scadenza al termine della stagione in corso (2023/24). In questo frangente, in sede di rinnovo, la Serie A potrebbe trovarsi a offrire un minor numero di partite rispetto a quello attuale.

Il rischio, quindi, è che le proposte a livello economico possano essere riviste al ribasso, soprattutto considerando che tra i contratti in scadenza c’è anche quello con un mercato chiave per la Serie A: gli Stati Uniti d’America. Non dimentichiamo che l’ultimo accordo con gli USA risale al 2021, quando i diritti tv della Serie A furono assegnati alla CBS Sports Network (una rete televisiva digitale americana di proprietà dell’unità CBS Entertainment Group di Paramount Global) che mise sul piatto la bellezza di 170 milioni di euro per assicurarsi tre stagioni (un totale di oltre 180 milioni considerando anche i diritti tv della Coppa Italia).

Considerata la possibile diminuzione delle squadre partecipanti ai campionati, la speranza dei broadcaster risiederebbe quindi  in un aumento della competitività e della qualità dei match.

Ronciglione, 21 febbraio 2024

Verduchi Stefano