SPORT E SOSTENIBILITA’
1. LA SOSTENIBILITA’ NEL CONTESTO SPORTIVO
La sostenibilità è oggi un principio cardine nell’elaborazione di politiche aziendali e il settore sportivo non può sottrarsi alle crescenti richieste di conformarsi ai principi di tutela ambientale e responsabilità sociale. Dalle grandi infrastrutture urbane alle strutture sportive locali, dalle organizzazioni internazionali ai club dilettantistici, l’intero comparto sportivo è chiamato a rivedere il proprio modello operativo alla luce di obblighi e responsabilità che incidono su ogni ambito delle attività organizzative e gestionali. L’impatto ambientale generato dalle infrastrutture, le emissioni prodotte dai trasferimenti di tifosi e atleti e l’adozione di pratiche di gestione efficiente delle risorse naturali, costituiscono aspetti centrali su cui gli operatori del settore sono obbligati a intervenire per conformarsi alle normative nazionali e internazionali in materia di sviluppo sostenibile.
Nonostante le criticità e i limiti tuttora presenti, lo sport si trova dinanzi a un’opportunità unica: configurarsi come paradigma di sviluppo responsabile, integrando innovazioni tecnologiche e materiali ecosostenibili nella progettazione e gestione delle infrastrutture. Progetti emblematici, come il Johan Cruyff Arena di Amsterdam, che utilizza energia solare e sistemi di gestione avanzata delle risorse, dimostrano la possibilità di coniugare eccellenza tecnologica e conformità ai requisiti normativi di tutela ambientale. Analogamente, la crescente adozione di materiali riciclati o a basso impatto ambientale nella realizzazione di piste di atletica e strutture sportive riflette l’evoluzione verso un modello conforme ai principi di economia circolare promossi dalle istituzioni europee e internazionali.
Tuttavia, la sostenibilità nel contesto sportivo non si limita alla dimensione ambientale. Un elemento chiave per il progresso del settore è rappresentato dall’introduzione di standard internazionali armonizzati per la rendicontazione delle politiche di sostenibilità.
La mancanza di criteri condivisi ostacola infatti il confronto degli sforzi intrapresi da club, federazioni e organizzatori di eventi, generando disparità interpretative e applicative. L’adozione di strumenti uniformi, come quelli previsti dal Global Reporting Initiative (GRI) e dalla nuova Corporate Sustainability Responsible Directive (CSRD) e adottati da enti quali UEFA e FIFA, è essenziale per garantire trasparenza e accountability, elementi imprescindibili per attrarre la fiducia di sponsor, investitori e stakeholder istituzionali.
Infine, la sostenibilità in ambito sportivo non può prescindere dall’integrazione di politiche che promuovano equità sociale, inclusione e rispetto dei diritti fondamentali. Discipline come il calcio, per la loro capacità intrinseca di unire individui di culture e condizioni socio-economiche differenti, offrono uno strumento straordinario per veicolare politiche di giustizia sociale.
Progetti volti alla valorizzazione delle comunità locali, all’eliminazione delle barriere di accesso alle attività sportive e alla promozione dell’inclusione di genere e della diversità devono essere collocati al centro delle strategie di governance sportiva, contribuendo a trasformare lo sport in un volano di sviluppo sostenibile e giuridicamente equilibrato a livello globale.
***
2.IL QUADRO NORMATIVO NAZIONALE ED EUROPEO PER LA SOSTENIBILITA’ SPORTIVA
Il cammino verso la sostenibilità nel settore sportivo trova il proprio fondamento in una cornice normativa di carattere internazionale ed europeo, che fornisce strumenti vincolanti e obiettivi di riferimento per orientare le azioni degli operatori del settore. Tra le fonti principali si annovera l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che attraverso i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) definisce un quadro universale per la promozione di uno sviluppo equilibrato e responsabile. Particolare rilevanza assumono gli obiettivi relativi all’azione per il clima (SDG 13), al consumo e alla produzione sostenibili (SDG 12) e alla riduzione delle disuguaglianze (SDG 10).
In questo contesto, lo sport viene esplicitamente riconosciuto come strumento strategico per favorire il progresso verso tali obiettivi, grazie alla sua capacità di influenzare le comunità globali e di generare cambiamenti significativi attraverso la sensibilizzazione e l’educazione.
A livello europeo, la disciplina normativa fornisce ulteriori strumenti per indirizzare le organizzazioni sportive verso una gestione conforme ai principi di sostenibilità. La ormai superata Direttiva 2014/95/UE sulla rendicontazione non finanziaria, recepita dagli Stati membri, imponeva alle grandi imprese – inclusi numerosi club e società sportive – l’obbligo di pubblicare informazioni riguardanti le loro politiche ambientali, sociali e di governance (ESG). L’adempimento di tale obbligo comportava, per le entità sportive, la necessità di documentare iniziative volte a ridurre le emissioni di gas serra, ottimizzare l’efficienza energetica delle infrastrutture e promuovere inclusione sociale. La trasparenza richiesta dalla direttiva costituiva e costituisce tuttora un pilastro per l’accountability degli operatori, favorendo al contempo una valutazione obiettiva dei progressi compiuti verso obiettivi di sostenibilità.
La nuova Direttiva sulla Rendicontazione Societaria di Sostenibilità 2022/2464/UE ha modificato la menzionata Direttiva 2014/95/UE. Entrata in vigore nel 2023, la Direttiva, che ha scosso molto il mondo aziendale, si pone l’obiettivo di migliorare ulteriormente il Report di Sostenibilità aziendale garantendo più trasparenza e responsabilità delle informazioni di sostenibilità.
La CSRD è stata accompagnata da nuovi standard di rendicontazione, ovvero gli European Sustainability Reporting Standard (ESRS), pubblicati nel luglio 2023: gli ESRS sono nati per essere interoperabili con i GRI Standards ed essere coerenti anche con le raccomandazioni del Task Force on Climate Related Financial Disclosures o (TCFD). Gli standard, composti da 12 categorie, abbracciano tutti i campi aziendali: dalle informative generali al cambiamento climantico, dalle risorse idriche e marine al rapporto con le comunità locali, dalla forza lavoro propria e non alla condotta aziendale.
Un ulteriore strumento di rilievo è il Regolamento (UE) 2020/852, noto come Regolamento sulla tassonomia delle attività sostenibili. Esso introduce criteri uniformi per stabilire quali attività economiche possano essere considerate ambientalmente sostenibili, con implicazioni rilevanti anche per il settore sportivo. La costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi possono essere qualificate come sostenibili qualora rispettino standard relativi all’efficienza energetica, alla gestione idrica e alla mitigazione degli impatti ambientali. Tali qualificazioni possono incentivare l’accesso a finanziamenti verdi, benefici fiscali e maggiori opportunità di investimento, creando un quadro economico favorevole per lo sviluppo sostenibile del comparto.
Sul piano delle organizzazioni sportive internazionali, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), attraverso l’Agenda Olimpica 2020+5, ha integrato la sostenibilità tra le sue priorità strategiche. Le linee guida promosse dal CIO mirano a ridurre l’impatto ambientale dei Giochi Olimpici e a garantire che le infrastrutture costruite per tali eventi siano durature e sostenibili. Parallelamente, la FIFA, attraverso la propria strategia di sostenibilità, si è impegnata a raggiungere la neutralità carbonica[1] entro il 2040, mediante interventi mirati, tra cui la compensazione delle emissioni e l’investimento in energie rinnovabili.
Infine, strumenti giuridici internazionali come il Protocollo di Kyoto e l’Accordo di Parigi sul Clima hanno esercitato una significativa influenza sulle politiche delle federazioni sportive. Molte di queste organizzazioni hanno adottato regolamenti interni volti a contenere le emissioni di gas serra, in linea con gli obiettivi fissati da tali accordi. Nel contesto europeo, il Quadro per il clima e l’energia 2030, che prevede una riduzione delle emissioni di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990, rappresenta un ulteriore riferimento normativo per il finanziamento e la gestione di infrastrutture sportive sostenibili.
Per gli operatori del settore sportivo, conformarsi a queste normative non è solo un obbligo giuridico e deontologico, ma una strategia necessaria per preservare la competitività economica e attrarre investimenti, sponsorizzazioni e supporto istituzionale, oltre che un imperativo morale per tutelare e preservare il pianeta Terra.
***
3.CERTIFICAZIONI E REPORT DI RESPONSABILITA’
L’attuazione della sostenibilità nello sport richiede un percorso articolato, in cui si intrecciano norme giuridiche, innovazione tecnologica e responsabilità sociale, sviluppo economico, tutela ambientale e promozione dell’inclusione. Tra gli strumenti normativi di maggiore rilievo si colloca la valutazione dell’impatto ambientale (VIA), un adempimento obbligatorio per la realizzazione o la ristrutturazione di infrastrutture sportive di rilevanza. Tale procedura, disciplinata dalla normativa europea e recepita nei vari ordinamenti nazionali, ha lo scopo di assicurare che i progetti rispettino standard elevati di sostenibilità ambientale, minimizzando il consumo di risorse naturali e mitigando l’impatto sul territorio.
Progetti di spicco, come quello relativo al nuovo stadio di Milano, rappresentano esempi concreti di come l’adozione di soluzioni innovative, quali sistemi di efficienza energetica e materiali a basso impatto, sia divenuta una prassi consolidata.
L’integrazione della sostenibilità nelle operazioni sportive si riflette anche nella crescente adozione di certificazioni ambientali internazionali, tra cui la ISO 14001. Questo standard riconosciuto a livello globale certifica l’implementazione di un sistema di gestione ambientale conforme ai requisiti normativi e orientato al miglioramento continuo delle prestazioni. Numerosi operatori del settore, dai club di alto livello come il Bayern Monaco, alle federazioni internazionali quali la World Rugby e la Formula 1, si sono dotati di strumenti analoghi per rafforzare la propria governance in materia di sostenibilità e rispondere alle aspettative degli stakeholder.
Un ulteriore elemento cruciale è costituito dai report di sostenibilità, documenti obbligatori per le organizzazioni soggette alla Direttiva 2022/2464/UE sulla rendicontazione societaria di sostenibilità e sempre più diffusi anche tra soggetti non vincolati direttamente da tale norma. Questi report non solo garantiscono trasparenza sulle politiche adottate in ambiti quali la riduzione delle emissioni, il consumo energetico, la gestione dei rifiuti e l’inclusione sociale, ma fungono anche da strumenti di accountability, consentendo di misurare e comunicare i progressi compiuti e di individuare criticità.
La FIFA, ad esempio, nei propri bilanci di sostenibilità ha evidenziato interventi volti alla promozione di energia rinnovabile e alla riduzione dell’uso della plastica monouso durante eventi come i Mondiali di calcio, riconoscendo tuttavia la persistenza di difficoltà nella compensazione delle emissioni derivanti dagli spostamenti di tifosi e squadre. La UEFA, attraverso i propri report redatti in conformità agli standard GRI (Global Reporting Initiative), ha documentato iniziative di riqualificazione energetica degli stadi e strategie di gestione dei rifiuti per minimizzare l’impatto degli eventi sportivi.
Anche il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), nel quadro dell’Agenda Olimpica 2020+5, pubblica report di sostenibilità che integrano analisi ambientali e sociali relative alle edizioni dei Giochi Olimpici. Questi documenti pongono un’attenzione particolare alla legacy per le città ospitanti, garantendo che le infrastrutture costruite per tali eventi siano durature e utilizzabili per scopi comunitari anche dopo la conclusione delle manifestazioni.
Sul piano operativo, club sportivi di rilievo internazionale, tra cui il Manchester United e il Real Madrid, hanno adottato bilanci di sostenibilità per comunicare le proprie politiche ESG (ambientali, sociali e di governance). Tali strumenti non solo rispondono alla domanda di trasparenza da parte degli stakeholder, ma rappresentano una leva strategica per attrarre sponsor e investitori attenti ai temi della sostenibilità.
Tuttavia, permangono sfide significative.
In primo luogo, la gestione dei rifiuti durante i grandi eventi sportivi non sempre risulta pienamente conforme alle aspettative, nonostante gli sforzi per incrementare il riciclo e ridurre l’uso di materiali non biodegradabili. Inoltre, il contenimento delle emissioni legate agli spostamenti dei partecipanti e del pubblico rappresenta una delle maggiori voci di criticità.
Sul piano sociale, le iniziative per l’inclusione e la diversità, benché diffuse, spesso mancano di efficaci meccanismi di monitoraggio e di una partecipazione attiva delle comunità locali, specialmente in contesti di grandi eventi internazionali. Questo deficit di coinvolgimento e dialogo rischia di compromettere la legittimazione sociale dei progetti e di ridurre l’efficacia delle politiche intraprese, minando la fiducia degli stakeholder e delle comunità ospitanti.
***
4.LA SOSTENIBILITA’ NEL CONTESTO EUROPEO
La sostenibilità nel settore sportivo rappresenta quindi una sfida di grande rilievo, la cui soluzione non può prescindere da un’azione normativa coordinata a livello nazionale e internazionale. Come delineato nei capitoli precedenti, il diritto sportivo si configura quale strumento essenziale per disciplinare e incentivare pratiche che promuovano la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Attraverso un approccio sinergico tra diritto pubblico e privato, è possibile coniugare gli obblighi giuridici con le opportunità derivanti dall’adozione di strategie sostenibili, configurando lo sport come modello di riferimento per altri settori.
In Italia, il legislatore ha predisposto interventi significativi per sostenere lo sviluppo sostenibile nel contesto sportivo, come dimostrato dalle risorse allocate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per la riqualificazione energetica delle infrastrutture sportive, e dal Superbonus 110%, che ha incentivato la transizione green degli impianti.
Anche in Spagna e Germania, il settore sportivo si inserisce in contesti normativi avanzati, che attribuiscono un ruolo di rilievo alla sostenibilità.
In Spagna, la legge n. 39/2022 sullo sport (Ley del Deporte) rappresenta un riferimento fondamentale. Questa legge integra principi di sostenibilità ambientale e sociale, richiedendo alle federazioni sportive e ai club professionistici di includere strategie di sostenibilità nei propri regolamenti interni e di adottare misure concrete per la riduzione delle emissioni e il miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti. Inoltre, il Piano Nazionale per l’Energia e il Clima 2021-2030 (Plan Nacional Integrado de Energía y Clima) prevede finanziamenti specifici per la transizione energetica negli impianti sportivi, incentivando l’utilizzo di energie rinnovabili e materiali eco-compatibili. Questo quadro è ulteriormente rafforzato da iniziative locali, come i regolamenti ambientali adottati nelle Comunità Autonome, che impongono criteri stringenti per la concessione di autorizzazioni edilizie per nuove infrastrutture sportive.
In Germania, il diritto ambientale si interseca con il diritto sportivo in modo significativo. Il Klimaschutzgesetz (Legge sulla Protezione del Clima), approvato nel 2019 e aggiornato nel 2021, impone obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni, cui devono attenersi anche i grandi eventi sportivi e le infrastrutture collegate. Inoltre, il Decreto sulla Sostenibilità negli Appalti Pubblici (Verordnung über die nachhaltige öffentliche Beschaffung) include criteri specifici per l’assegnazione di contratti relativi alla costruzione e alla gestione di impianti sportivi, privilegiando progetti che integrano tecnologie green e riduzione degli impatti ambientali. La Germania si distingue anche per l’adozione di standard avanzati nella rendicontazione di sostenibilità: club calcistici come il Bayern Monaco e il Borussia Dortmund pubblicano regolarmente report allineati ai criteri ESG, dimostrando l’efficacia di un approccio trasparente e sistematico.
***
5. CONCLUSIONI
Il diritto sportivo, in qualità di disciplina trasversale, deve affrontare la sfida di bilanciare esigenze economiche, normative e sociali in un contesto sempre più globalizzato. La progressiva armonizzazione dei quadri normativi europei, accompagnata dalla definizione di standard internazionali di rendicontazione – come il Global Reporting Initiative (GRI) e i criteri della Task Force on Climate-Related Financial Disclosures (TCFD) – potrà contribuire a una maggiore trasparenza e accountability delle organizzazioni sportive. Inoltre, l’adozione di normative specifiche per il settore sportivo a livello sovranazionale, eventualmente ispirate a strumenti esistenti come il Regolamento sulla Tassonomia, potrebbe fornire ulteriori stimoli verso una trasformazione sostenibile.
Guardando al futuro, il ruolo del diritto si estenderà oltre la mera regolamentazione delle pratiche sportive, abbracciando una funzione educativa e promozionale. L’introduzione di incentivi fiscali, la promozione di partenariati pubblico-privato e la creazione di linee guida specifiche per il settore rappresentano alcune delle direttrici attraverso cui il diritto sportivo potrà evolversi.
In conclusione, lo sport, con la sua capacità di mobilitare risorse e sensibilizzare l’opinione pubblica, costituisce un terreno privilegiato per l’implementazione di politiche innovative in materia di sostenibilità. Tuttavia, perché queste ambizioni si traducano in risultati concreti, sarà necessaria una governance giuridica solida, trasparente e inclusiva, in grado di assicurare il rispetto degli obblighi normativi e la realizzazione di una vera giustizia ambientale e sociale.
Milano, 11 dicembre 2024
Dott. Simone Gazzi
6. RIFERIMENTI
- Unitelma Sapienza. (n.d.). La sostenibilità dello sport.
https://www.unitelmasapienza.it/sustain/la-sostenibilita-dello-sport
- Sport Madness. (n.d.). Sostenibilità nello sport: Un impegno per il futuro.
https://sportmadness.club/it/sostenibilita-nello-sport-un-impegno-per-il-futuro
- Sport e Salute. (n.d.). Studi e dati dello sport. https://www.sportesalute.eu/studiedatidellosport/blog-studi-e-dati-dello-sport/agenda-2030-per-lo-sviluppo-sostenibile.html
- G. Russo, V. Della Sala, Università di Bologna. (n.d.). Sport e ambiente: verso un modello culturale di sostenibilità.
- Community Soccer Report. (n.d.). Pianificare il futuro tra performance sportiva e sostenibilità: il modello dell’Atletico Madrid. https://www.communitysoccerreport.it/2022/02/14/pianificare-il-futuro-tra-performance-sportiva-e-sostenibilita-il-modello-dell-atletico-madrid/
- Sport e Finanza. (n.d.). L’approccio ESG della UEFA: presentato il Report con i risultati di EURO 2024.
https://www.sportefinanza.it/2024/11/05/uefa-esg-euro-2024-report-sostenibilita/
- PWC. (n.d.). Corporate Sustainability Reporting Directive: la nuova direttiva che cambia lo scenario ESG.
https://www.pwc.com/it/it/publications/docs/pwc-csrd-nuova-direttiva-scenario-esg.pdf
[1] Le emissioni zero (o neutralità carbonica) consistono nel raggiungimento di un equilibrio tra le emissioni e l’assorbimento di carbonio. Quando si rimuove anidride carbonica dall’atmosfera si parla di sequestro o immobilizzazione del carbonio. Per raggiungere tale obiettivo, l’emissione dei gas ad effetto serra (GHG) dovrà essere controbilanciata dall’assorbimento delle emissioni di carbonio.